S-ciòna malmadura

S-ciòna malmadura

racconto poetico in musica e dialetto primierotto.

Testo e interpretazione di Valentino Bettega Musiche di Nelso Salton

Ho provatoa scrivere una lunga poesia in dialettoprimierotto.

Volevo provarea scrivere con questa lingua madre, che è una lingua primaria,quotidiana, concreta, non sicuramente letteraria, né manieristica.Volevo provarea scrivere con questa lingua cercando di evocare delle figure tradizionali e mitologiche, tentando, inoltre, di riscoprire la possibilità di un racconto, quello che da queste parti chiamiamo filò, che non è solo l’atto del racconto ma è anche e sopratutto una pratica quotidiana, serale, notturna in cui chi aveva qualcosa da dire lo raccontava, lo trasformava in racconto.

S-ciòna malmadura è un tentativo, è una storia a metà, è una storia mal-matura. È una storia che non è solo parola sulla carta, ma anche parola in voce, in canto, poiché ogni parola emessa è di fatto un’intonazione e ogni frase una melodia. È una storia che non è solonarrazione ma è anche e sopratutto racconto poetico, in cui la dimensione della poesia porta visione ed immagine, ma anche contingenza e realtà. La musica del contrabbasso di Nelso Salton non vuole essere solo un accompagnamentoma è ora melodia che permette alla parola di emergeree di farsi in quanto suono, ora una pausa che evoca oppure una pausa che chiede, ora un suono che inghiotte. La volontà musicale di questo lavoro è quella di creare una partitura polivocale organizzata sul dialogo sonoroe narrativo tra voce e contrabbasso.

S-ciòna malmadura racconta tre storie, tre leggende: dell’Anguana, del Barba Zhucon e del Badalis. La prima storia racconta dell’amore e della cura di un’Anguana che accortasi delle difficoltà di una vedova l’assiste nell’accudimento dei figli e nel loro sostentamento. Il secondo racconto è la popolare leggenda veneta dello Zio Tonto (Barba Zhucon), ovvero di un personaggio sinistro che per vendicarsi di un torto subito dalla nipote tenta crudelmente di ucciderla mangiandosela, ma, infine, non riusendoci grazie a degli astuti accorgimenti messi in atto dalla ragazza e dalla madre. Infine, l’ultima storia si occupa di proibito, di tentazione. Questo raccontorappresenta emblematicamente la curiosità istintiva di un bimboche si spinge a scoprire le fattezze del Badalis, malaugurante rettile mitologico, il cui sguardo stravolge la mente e il sentimento. Questo passo del lavoro presenta inoltre la tentazione dal punto di vista erotico e sensuale, raccontata attraverso la passione amoroso che colpisce un giovane nel vedere un’avvenente ed estroversa ragazza di paese. Non è la ragazza dai facili costumi, ma è invece la volontà, in un contesto contadino e moralista, di esprimere la propria vitalità del corpo e dell’istinto.

Inapertura a questetre s-ciòne vienepresentata dapprima un’intima e personale invocazione a chi ha raccontato queste storie nel passato rendendone nuovamente possibile il loro racconto e la loro memoria. Segue a questa parte il prologo, o meglio un tentativo d’elogio alla durezza e all’enigmaticità dell’ambiente montano, delle sue roccee dei suoi boschi.