
𝖲-𝖼𝗂𝗈̀𝗇𝖺 𝗆𝖺𝗅𝗆𝖺𝖽𝗎𝗋𝖺
racconto poetico in musica e dialetto primierotto.
testo e interpretazione di Valentino Bettega musiche di Nelso Salton e un coro di donne
Ho provato a scrivere una lunga poesia in dialetto primierotto.
Volevo provare a scrivere con questa lingua madre, che è una lingua primaria, quotidiana, concreta, non sicuramente letteraria, né manieristica. Volevo provare a scrivere con questa lingua cercando di evocare delle figure tradizionali e mitologiche, tentando, inoltre, di riscoprire la possibilità di un racconto, quello che da queste parti chiamiamo filò: una pratica quotidiana, serale, notturna in cui chi aveva qualcosa da dire lo trasformava in racconto. S-ciòna malmadura è un tentativo, è una storia a metà, è una storia, per l'appunto, male-matura (letteralmente poco matura).

È una storia che non è solo parola sulla carta, ma anche parola in voce, in canto, poiché ogni parola emessa è di fatto un’intonazione e ogni frase una melodia. La s-ciona parla di Anguane, Barba Zhucon e del Badalis: tre figure della mitologia alpina e non solo. La s-iona, infine, racconta attraverso suoni e parole la verticalità delle nostre Dolomiti, la sua vegetazione impervia e oscura, e tutto ciò che tale immaginario può nascondere.
Prossimi eventi:
Sabato 12 luglio, ore 17:30, Tonadico - Sagra del Foc
